Magari le tue labbra fossero di metallo e io il mangiafuoco di un bacio in fiamme, arderemmo la città di paglia e menzogna, ci ricostruiremmo come nel grande boom. Magari il tuo corpo fosse sfibrato e io lo spillo a intrecciare pelli e magnetismo e serpenti, saremmo trama di una letteratura messianica, a furor di popolo e solitudini in blob. Magari la tua anima evaporasse e io il vento a soffiarci nell'uragano, saremmo intemperie di un cielo apatico, agghiacciante nel suo silenzio blu. Magari avessi un volto per intrappolarti nel mio sguardo, e tenerti stretta un istante, contemplare i dettagli, amarli, poi liberarti via, perderti, come una rondine, a migrare dal mio inverno
Foto di Roberto Canepa, collettivo AB1550
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